martedì 19 aprile 2016

L’Università Castrense di San Giorgio di Nogaro (UD)

Elena d'Orléans in divisa di volontaria della Croce Rossa


Alla fine del 1915, di fronte alle drammatiche conseguenze dovute alla carenza di medici per l’Assistenza Sanitaria Militare, sia il Comando Supremo dell’Esercito che le alte sfere medico-militari e politiche del Regno d’Italia ritennero che si dovesse provvedere con la massima sollecitudine al reclutamento di giovani Ufficiali Medici. Pertanto il Comando Supremo avanzò la proposta d’istituire una vera e propria “Scuola Medica da Campo”, giuridicamente riconosciuta, a ridosso del fronte isontino. Proposta questa che aprì nel Paese un duro contenzioso giuridico tra coloro che in Parlamento difendevano le prerogative delle Regie Università e lo stesso Comando Supremo, il quale riteneva fra l’altro che si dovesse sfruttare il periodo invernale di calma operativa per potenziare l’apparato sanitario militare. Ma il relativo dibattito parlamentare, iniziato nella seconda metà del dicembre 1915, si sarebbe potuto concludere addirittura nel marzo 1916, poiché solo allora il Parlamento, chiuso per le festività natalizie, avrebbe ripreso i suoi lavori.
Perciò il Governo, a Camere chiuse, emanò il  Decreto Luogotenenziale n°38 del 9 gennaio 1916, con cui venne appunto  istituita la  “Scuola Medica da Campo” detta anche “Università Castrense”, nella quale durante il biennio 1916 – 1917 si sarebbero svolti corsi accelerati di medicina e chirurgia per i militari-studenti aspiranti medici.

Si riteneva opportuno collocare detta istituzione tra le retrovie della III Armata (comandata da Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta), Corpo molto impegnato nel conflitto e che più degli altri aveva avvertito la carenza di assistenza sanitaria.
Grazie all'interessamento di Elena d’Orléans, moglie del Duca d’Aosta, il Comando Supremo scelse San Giorgio di Nogaro, paese centrale tra le retrovie carsiche e le grandi arterie di comunicazione, la cui Amministrazione Comunale mise a disposizione il palazzo del Municipio.
Nell’arco di 15 giorni vennero costruite dal Genio Militare due spaziose baracche in legno, che servivano da aule, e fu anche effettuata la ristrutturazione di un cascinale, che avrebbe ospitato la scuola per malattie speciali.

A presiedere l’Università fu chiamato il tenente colonnello Giuseppe Tusini, che da civile era docente ordinario di chirurgia nella R. Università di Modena, mentre il tenente colonnello Annibale Orani venne nominato ‘segretario amministrativo di facoltà’ (funzione questa da lui esercitata nella vita civile presso l’Università di Torino)  al fine di garantire la corretta applicazione delle norme vigenti per la facoltà di medicina e chirurgia.

Gli effetti amministrativi e disciplinari furono sottoposti alla giurisdizione del Comando Supremo e la Direzione trovò alloggio nel sopraccitato palazzo municipale. [V. A.A. V.V. Studenti al fronte, Libreria Ed. Goriziana, GORIZIA, 2010, p.p. 83-87].

Il 26 gennaio 1916 venne pubblicato il Decreto che istituiva i Corsi di medicina e chirurgia per gli studenti di 5° e 6° anno che si trovavano sotto le armi.

Nell’elenco riportato qui di seguito sono indicati i professori dei Corsi, scelti fra i docenti universitari ordinari o libero docenti che prestavano servizio militare come ufficiali medici nella III Armata, i quali sarebbero stati coadiuvati nel loro insegnamento da egregi medici, anch'essi in servizio nella Sanità Militare e che da civili erano stati aiuti o assistenti in Università del Regno.
Prof. Giuseppe Tusini per chirurgia generale e medicina operatoria;

  • Maurizio Ascoli per medicina generale;
  • Angelo Signorelli e Giuseppe Lucibelli per semeiotica medica;
  • Michelangelo Savarè per ostetricia e ginecologia;
  • Gaetano Samperi per clinica oftalmica;
  • Ferdinando De Napoli per dermosifilopatia;
  • Ottorino Rossi per malattie nervose e mentali;
  • Antonio Dionisi per anatomia patologica;
  • Attilio Cevidalli per medicina legale;
  • Battista Allaria per pediatria;
  • Salvatore Citelli per otorinolaringoiatria;
  • Amedeo Perna per stomatologia;
  • Carlo Gazzetti per farmacologia;
  • Gino Galeotti e Vittorio Scaffidi per patologia generale;
  • Giunio Salvi per anatomia descrittiva e topografica;
  • Leonardo Dominici per patologia speciale e chirurgica:
  • Francesco Feliziani per patologia medica;
  • Giuseppe Buglia per fisiologia.

Gli studenti che iniziarono a frequentare regolarmente le lezioni il 14 febbraio 1916 erano 366, di cui 356 di 5° anno e 10 di 6°, mentre i malati utilizzati per le lezioni e gli esercizi sarebbero stati fino al 1917 ben 5.977. Il professore di anatomia patologica, Antonio Dionisi, fece 245 autopsie davanti agli studenti.

La suddetta Duchessa Elena d’Aosta, in qualità di Ispettrice delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana abitava stabilmente in una villa di San Giorgio di Nogaro e spesso frequentava assieme agli studenti le lezioni della “Scuola Medica da Campo”, della quale scuola era in un certo senso “la madrina”(*).

I suddetti studenti giunti a metà corso ottennero una licenza dal 15 al 26 aprile per sostenere gli esami arretrati, giacché dei 366 solo 103 erano in pari con gli esami. Usufruirono della licenza 221 studenti, i quali sostennero 809 esami su materie delle quali avevano già seguito i corsi nelle proprie Università e per la maggior parte riportarono votazioni molto superiori alla semplice approvazione, mentre i respinti  furono soltanto 10. Fu anche possibile rilevare che i migliori risultati li ottennero coloro che per le materie di esame avevano seguito l’insegnamento complementare effettuato in San Giorgio di Nogaro.

Le lezioni tenute dal 14 febbraio al 24 maggio furono complessivamente 580, delle quali: 512 sulle materie dell’ultimo biennio e 68 sulle materie arretrate.
Purtroppo il 24 maggio 1916 lezioni vennero sospese, perché da circa 10 giorni era in atto l’offensiva austro-germanica detta strafexpedition (spedizione punitiva) sull’Altopiano di Asiago e la maggior parte delle truppe schierate sull’Isonzo venivano trasferite a sostegno del nuovo fronte. Questa brusca interruzione dei corsi turbò la soddisfazione dei professori per l’insegnamento impartito e il numero di esami arretrati sostenuto dagli studenti.

Per tutta l’estate non ci furono lezioni nell’Università Castrense.

Ma già alla fine del settembre 1916 il Comando Supremo si dimostrò favorevole alla riapertura dei Corsi in San Giorgio di Nogaro per gli studenti del 5° e 6° di anno di medicina, vincolati al servizio militare. Infatti ritenne opportuno inviare al Ministero della P.I. una relazione sui servizi resi all’Esercito durante la campagna estiva dagli studenti che ne avevano frequentato le lezioni dal 14 febbraio al 24 maggio 1916, relazione questa che si concludeva con l’auspicio di una riorganizzazione degli stessi Corsi.

Il 4 ottobre l’on Angelo Roth, sottosegretario alla P.I., visitando la sede dell’Università Castrense, si convinse dell’opportunità di riprendere le lezioni.

Il successivo 6 novembre il Comando Supremo stabilì che entro il 12 dicembre venissero inviati a S. Giorgio di Nogaro gli studenti di medicina vincolati al servizio militare in zona di guerra e che per l’anno scolastico 1916-17 fossero iscritti al 5° o 6° anno di studio.

Fu così che il 26 novembre venne emanato il Decreto Legislativo n. 1678 che stabiliva la riorganizzazione dei corsi in questione.    

Risultarono iscritti all’Università Castrense 832 studenti, e precisamente 200 al 5° e 632 al 6° anno. Di questi giunsero alla fine dei corsi 812 (191 del 5° e 621 del 6°). Dei restanti 20 uno si laureò nell’Università di provenienza, 10 rientrarono ai Corpi di appartenenza per non aver voluto rinunciare al grado di farmacista (in 4 casi) o a quello che avevano nell’arma combattente (6 casi); i restanti 9 vennero col tempo mandati in zona territoriale, perché dichiarati dall’autorità competente inabili ai servizi mobilitati.

Terminate le lezioni, gli esami di laurea si tennero presso l’Università di Padova, dal 2 al 6 aprile 1917, davanti a cinque Commissioni esaminatrici, in ciascuna delle quali i docenti della Scuola di San Giorgio erano 3 su 11.
Dei 621 iscritti al 6° anno si presentarono all’esame di laurea soltanto 467 e di questi 12 sostennero l’esame su tesi scritta, mentre gli altri 455, avvalendosi della facoltà concessa dal comma ferzo dell’art. 7 del D.L. n. 1678/26.11.1916, discussero ciascuno il tema scelto tra i due che a cura della Direzione della Scuola si erano fatti estrarre a sorte 10 giorni prima dell’esame di laurea, fra i 330 scelti ed inviati dal prof. Luigi Lucatello, preside della Facoltà di Medicina di Padova, tra quelli proposti dai professori di Padova e di San Giorgio.

I risultati degli esami di laurea superarono ogni aspettativa, in quanto ci furono:
n. 28 laureati con pieni voti e lode, n. 69 con pieni voti assoluti, n. 146  con pieni voti legali, n. 219 con voti da 98 a 77/110 e n. 5 con voti inferiori a 77/110.

L’elenco completo dei suddetti laureati è riportato nel volume “A.A. V.V. STUDENTI AL FRONTE, Libreria Editrice Goriziana, GORIZIA, 2010 p.p. 169 – 173”.

Tutti i 467 laureati furono proposti per la nomina a Sottotenente medico di complemento e mandati alle proprie case per una breve licenza. Allo spirare di questa vennero posti a disposizione dell’Intendenza Generale dell’Esercito per essere inviati ai Corpi mobilitati.  

Questi giovani medici, nel corso del 1917, in estate vennero falcidiati nelle battaglie dell’Ermada, dell’Ortigara, della Bainzizza ecc., e alla fine di ottobre furono coinvolti nella ritirata di Caporetto, nel corso della quale il Comune di San Giorgio di Nogaro rimase quasi completamente spopolato, poiché gli abitanti fuggirono in altre parti del Regno, mentre danni gravissimi subirono quasi tutti gli edifici, a causa degli incendi dei  saccheggi e soprattutto per lo scoppio dei depositi di munizioni, avvenuto alle ore 19,30 del 30 ottobre.

Il 13 novembre 1917 il Sottocapo di Stato di Stato Maggiore dell’Esercito, Carlo Porro, d’intesa con il ministro della Guerra, Gaetano Giardino, rese nota la convenzione con il Ministero della P.I. di rinunciare definitivamente ai Corsi accelerati di medicina e chirurgia.

La “Università Castrense” ebbe così il suo epilogo.

(* )La Duchessa Elena d’Aosta nel corso della Grande Guerra ricevette una medaglia d’argento, tre croci al merito e il suo operato ispirò al poeta Gabriele d’Annunzio la “ Canzone di Elena di Francia

Pietro Congedo