lunedì 28 luglio 2014

Appello in difesa di bellezza e decoro di Galatina - "Lo ‘scempio urbanistico’ e la ‘profanazione per interessi privati’ della più bella piazza della città". Le vergogne di Piazza Alighieri e Piazzale Stazione




Piazza S. Pietro parla’ è il titolo di un bell’ articolo, scritto nel 2011 da don Aldo Santoro per il mensile ‘…in Dialogo’ e da lui recentemente riproposto, sia mediante lo stesso foglio che con la pubblicazione sul giornale on line ‘galatina.it’ del 24 luglio u. s., nell’intento di rinsaldare la considerazione e l’amore dei galatinesi per la più bella piazza della propria Città. Secondo l’autore chi entra in piazza S. Pietro da una qualunque delle sei vie d’accesso si sente “…accolto da un caloroso abbraccio”, avverte che essa dolcemente gli parla “…con la maestosità dello spazio, la ricchezza dell’architettura, la solennità della facciata della Chiesa Madre” ed acquista la certezza che il popolo di Galatina “… trova in piazza S. Pietro e nella Chiesa Madre la sua identità … (e) non può fare a meno di questo spazio… sacro”.

Affermazioni queste condivisibili, che certamente ben si sarebbero accordate con i sentimenti nutriti da amministratori e progettisti, che a fine ‘800 realizzarono detta piazza, meritando il  plauso dei nostri antenati.
Gli stessi, effettuando successivamente l’espansione verso ovest dell’abitato cittadino, collegarono mediante un viale rettilineo la stessa piazza S. Pietro ad un altro grande spazio (divenuto poi ‘piazza Fortunato Cesari’), costruendo al di là di quest’ultimo l’Edificio Scolastico Elementare, in asse  con la Chiesa Madre.
Quindi piazza S. Pietro, così ben descritta da don Aldo Santoro, è il primo fondamentale elemento di un eccellente piano urbanistico finalizzato alla creazione del ‘salotto buono’ di Galatina.
A partire dal secondo dopoguerra non sono mancati i tentativi tendenti  ad apportare modifiche a detto piano. Per esempio:

a) tra il 1956 e il 1957 a piazza Fortunato Cesari, che fino allora era stata un campo libero, utilizzato anche per partite di calcio, fu data l’attuale sistemazione a giardino pubblico;
b) alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso in mezzo a piazza S. Pietro fu creata una rotonda con al centro un alto grande lampione, entrambi rimossi dopo pochi anni;
c) alla fine del ‘900 fu  realizzato l’arredo urbano di piazza S. Pietro con grandi fioriere quadrate, sedili rettangolari e tante enormi sfere, il tutto in calcestruzzo bianco;
d) dopo il 2000 gli elementi di arredo di cui in c) furono dispersi per la città e rimpiazzati con enormi fioriere in ferro, dotate di sedili in legno, che dopo breve tempo furono anch’esse trasferite in altri spazi cittadini;
e) infine, da quando è stato introdotto il divieto di fumare nei pubblici esercizi, ad ogni BAR di piazza S. Pietro, è stato consentito e si consente tuttora di avere all’esterno del proprio locale un ampio recinto, in genere circondato da piante, il quale talvolta delimita un chiosco in ferro, chiosco che in un caso ha addirittura una superficie di circa cinquanta metri quadrati ed è arredato come un grande salotto.

Dei cinque interventi sopra riportati solo quello indicato in a), effettuato dall’Amministrazione presieduta dal sindaco Pietro Gaballo, è stato un vero e proprio contributo al completamento del piano urbanistico originario.

Gli interventi indicati nei punti b), c) e d)  sono stati veri e propri sprechi di denaro pubblico, che sarebbe interessante sapere se sono stati causati o da persone ingenue o da individui in mala fede, i quali in ogni caso non possono essere considerati buoni amministratori.
Quanto esposto nel punto e) non comporta spese per il Comune, perché trattasi della concessione di suolo pubblico a privati, che sono tenuti a pagare una particolare annualità.

Tuttavia, così facendo, sono stati prodotti uno ‘scempio urbanistico’ e la ‘profanazione per interessi privati’ della più bella piazza di Galatina. Fatti questi che fanno rivoltare nella tomba amministratori e  progettisti che tra fine ‘800 e inizio ‘900 crearono il ‘salotto buono’ della Città. 
Non meno riprovevole è  la ‘profanazione’ dovuta al frequente uso della stessa piazza per  ogni genere di manifestazioni richiedenti un palco piccolo o grande, il quale viene regolarmente addossato ai gradini del sagrato della Chiesa Madre, la cui bellissima facciata barocca viene “umiliata” a far da sfondo a sfilate di moda, a manifestazioni canore e ad ogni altro tipo di  spettacoli.

E’ inammissibile che, mentre a partire dal secondo dopoguerra lo spazio urbano di Galatina è stato costantemente ampliato, nessuna delle tante amministrazioni comunali che si sono succedute si sia posto il problema della realizzazione di un grande spiazzo adatto ad ospitare tutte le manifestazioni cittadine, riservando piazza S. Pietro al godimento dei pedoni, sia galatinesi che turisti. Questi ultimi sempre più numerosi giungono da noi, ed estasiati si fermano ad ammirare le nostre bellezze architettoniche. 

E che dire del decoro di piazza Alighieri (e quindi della Città), che da  anni viene gravemente “offeso” dalla presenza dei “ruderi” di un distributore di benzina disattivato, che su trova sul marciapiede del lato est, in prossimità della Farmacia Sabato e della fermata degli autobus di linea?
Si tratta dei resti arrugginiti di una cabina metallica e di una vaschetta in cemento, contenente acqua piovana resa putrida da occasionali rifiuti, che giornalmente vengono “ammirati” da tutti, particolarmente dai clienti della vicina farmacia e dai numerosi viaggiatori in arrivo o in partenza.
E il decoro è offeso anche sul lato ovest della stessa piazza, dove un enorme chiosco con sedili e tavoli fissi, ospita gli avventori che, stando comodamente seduti si nutrono di prodotti di rosticceria e di smog prodotto dalle ininterrotte schiere di auto che vi transitano accanto. In questo caso il problema oltre che urbanistico è anche igienico-sanitario.

E che dire del piazzale della stazione ferroviaria, dove un altro distributore di carburante, inattivo da anni, posto nell’angolo sud-ovest, offende il decoro della Città in una zona  d’intenso traffico, contribuendo a rendere inagibile quella parte di giardino pubblico? Ma le spese per la rimozione dei suddetti impianti obsoleti non sono a carico di chi li posseduti?  Si faccia allora ciò che è necessario per salvaguardare il decoro di Galatina.

Pietro Congedo